Parchi per tutti : fruibilità per un'utenza ampliata

LINEE GUIDA PER GLI ENTI DI GESTIONE DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI

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Premessa

aree marine protette e piena fruibilita': premessa
Il Progetto Parchi per Tutti: Aree Marine Protette
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Accesso alla spiaggia e cartellonistica. Capo Carbonara, Sardegna clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione per la Conservazione della Natura, ora Direzione Generale per la Protezione della Natura, nell'ambito delle proprie funzioni di programmazione, indirizzo e controllo delle attività svolte ai diversi livelli nel settore della conservazione del patrimonio naturale del Paese, ha promosso la realizzazione del progetto "Parchi per tutti: fruibilità (nota 1) per un'utenza ampliata" (nota 2). Nell'ottobre dell'anno 2002 il suddetto Ministero, su iniziativa della Direzione per la Difesa del Mare, ora Direzione Generale per la Protezione della Natura, ha promosso la realizzazione di un secondo progetto: "Parchi per tutti - Aree Marine Protette: fruibilità per un'utenza ampliata".

Questi due progetti pur avendo una radice comune, e cioè la diffusione presso tutti i cittadini, e in modo particolare presso i soggetti competenti e/o interessati in materia di aree naturali protette, della conoscenza delle problematiche relative all'agevole fruibilità dei luoghi, dei servizi e delle relative attrezzature, compresi i sistemi di trasporto, da parte di una fascia più ampia possibile di cittadini, si sviluppano in due ambiti differenti.

Nello specifico il primo progetto, i cui risultati finali sono stati presentati nel Convegno Nazionale tenutosi l'11 aprile 2003 presso l'Auditorium di Roma, ha portato alla stesura delle "Linee Guida per gli enti di gestione dei parchi nazionali" in materia di accessibilità (nota 3) e fruibilità da parte delle persone con disabilità delle strutture e dei servizi da essi offerti. Tali "Linee Guida", corredate da un'ampia serie di ulteriori documenti, dati e informazioni sul sistema nazionale delle aree naturali protette e sul mondo della disabilità, sono state inserite nel presente sito internet. Questo sito, predisposto e realizzato secondo gli standard internazionali della WAI (Web Accessibility Initiative), è navigabile tramite appositi browser anche da parte di persone con disabilità e, per questi motivi, ha tra l'altro ricevuto dall'O.S.I. (Osservatorio Siti Internet) dell'Unione Italiana Ciechi il riconoscimento di sito "totalmente accessibile".

Per quanto riguarda, invece, l'oggetto della seconda Convenzione, c'è da mettere in evidenza il fatto che essa fa riferimento alle Aree Marine Protette (A.M.P.) nazionali; e quindi, sebbene lo scopo di questo lavoro sia analogo a quello del precedente, e cioè quello di promuovere, ai diversi livelli, tutte le azioni necessarie a garantire una fruizione agevole delle strutture e dei servizi da parte di un'utenza ampliata (persone con disabilità, anziani e bambini), la realtà presa in considerazione ha caratteristiche peculiari che sono state analizzate e studiate alla luce della loro specificità.

Un esempio di questa peculiarità è data dal fatto che, se per la pianificazione e la gestione dei parchi nazionali esistono norme specifiche e dirette in materia di accessibilità, per le Aree Marine Protette - per le quali non si rilevano norme altrettanto specifiche - solo di recente sono state approvate da parte del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio delle direttive di carattere amministrativo, che trattano con la dovuta attenzione il problema della fruizione delle aree medesime. Inoltre, nella logica dei diritti costituzionali e sulla base dei movimenti di opinione che fortunatamente vanno rafforzandosi sempre più negli ultimi anni, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha inteso considerare il problema di una più agevole fruizione di queste particolari e significative porzioni di territorio.

Pertanto nell'ambito della presente ricerca, in primo luogo, è stata compiuta una ricognizione del grado di accessibilità e fruibilità dei servizi e delle strutture offerti nelle A.M.P. attraverso la compilazione di una checklist ad opera dei soggetti gestori delle suddette aree. Tale monitoraggio ha consentito la raccolta di dati e informazioni sulla base dei quali sono state redatte le presenti "Linee Guida". Esse sono volte a favorire, come accennato, la programmazione e la realizzazione delle azioni necessarie a garantire un adeguato livello di fruibilità dei servizi e degli spazi, sia naturali che costruiti, presenti nelle A.M.P. nel rispetto del regime di tutela vigente e, più in generale, delle norme in vigore. Sono riportate in allegato, inoltre, schede informative relative a ciascuna Area Marina Protetta, che oltre a indicare i modi e i mezzi attraverso cui raggiungere l'A.M.P. di riferimento, offrono di esse un panorama informativo sulla fruibilità (percorsi, itinerari e, naturalmente, accessibilità delle strutture), sulle caratteristiche geomorfologiche, la flora e la fauna, i beni culturali, l'artigianato e i prodotti tipici, e la capacità turistica ricettiva.

In conclusione, è opportuno mettere in evidenza che un aspetto essenziale, quando si affrontano temi così importanti e delicati, è quello di individuare e stabilire una terminologia comune. Tale operazione risulta in questo caso molto complessa, in quanto sia le norme e i regolamenti vigenti che la documentazione esistente di carattere scientifico e divulgativo, non utilizzano un "vocabolario" comune. Pertanto si è ritenuto opportuno, per i fini del presente documento, individuare un elenco sintetico dei termini più significativi di cui si è fatto uso (vd Glossario in Appendice), e porre allo stesso tempo particolare attenzione sul chiarimento di alcuni concetti base che verranno successivamente espressi.

La piena fruibilità delle AMP: un'obiettivo necessario
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Passerelle su dune costiere clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Diverse e valide sono le motivazioni che spingono a perseguire l'obiettivo sopra menzionato. Innanzitutto, si possono riconoscere le fondamenta del presente lavoro nella "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo" approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, con particolare riferimento all'affermazione dell'autonomia di ogni persona in ambito sociale, familiare, culturale e sanitario (artt. 1-2-7-22-25, I comma), e nella "Dichiarazione dei diritti dei disabili motori e sensoriali" stilata dall'ONU nel 1975. Si deve considerare, poi, il dettato della nostra Costituzione, che all'articolo 3 (nota 4) sancisce il principio di uguaglianza (formale e sostanziale) e la pari dignità e opportunità per ogni persona. E, sulla scia di esso, la ricca produzione normativa nazionale che, atta a rendere effettivo e concreto il testo costituzionale, rappresenta, nel complesso, un punto di riferimento tra i più evoluti e moderni a livello mondiale. Infine, al di là di ogni considerazione va fatta una riflessione attenta sulla quantità degli svantaggi che l'intera collettività è costretta a sopportare a causa del nostro territorio, urbanizzato e non, che presenta innumerevoli asperità e ostacoli.

Molte persone, con il passare degli anni o a causa di eventi accidentali, e per via delle barriere architettoniche, sono costrette a limitare la loro attività fisica, pur essendo ancora virtualmente in grado di attendere in maniera proficua alle loro attività lavorative di tipo intellettivo e professionale. L'intera collettività, in tal modo, viene penalizzata e limitata, in quanto non è consentito a queste persone, considerate "disabili", di estrinsecare le loro capacità, a volte ancora notevoli anche sotto il profilo "produttivo". E bisogna fare attenzione perché il danno di cui si sta parlando è maggiore di quanto comunemente si pensi: nel 1993, infatti, la Commissione delle Comunità Europee ha quantificato in 60-80 milioni le persone a mobilità ridotta, che corrispondono al 20% dell'intera popolazione europea (nota 5). E a questo così rilevante numero si deve aggiungere quello delle persone (parenti, amici e conoscenti) che indirettamente rimangono coinvolte in tali situazioni.

Il concetto da sviluppare, quindi, è che lo Stato, la società civile, i singoli individui, ciascuno con l'assunzione della propria responsabilità, devono mettere i cittadini meno fortunati degli altri in grado di esprimere al meglio le proprie potenzialità, diminuire, per quanto possibile, gli svantaggi e utilizzare appieno le loro disponibilità anche se limitate o "residue". Sembra questa l'unica via percorribile per limitare, se non elidere, le ingiustizie sociali e le diseconomie generali.

Queste brevi considerazioni di carattere generale, hanno una valenza significativa anche nel caso particolare delle Aree Marine Protette. Da alcuni decenni, per l'intensificarsi della presenza umana lungo le coste, i livelli sempre più alti di industrializzazione, i traffici marittimi di sostanze pericolose e l'apporto inquinante dei fiumi, l'assetto ecologico del Mediterraneo è stato messo a dura prova. è per questi motivi che il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha avviato una decisa politica di rivalutazione e valorizzazione del mare e delle coste sfociata nella istituzione proprio delle Aree Marine Protette. Nate come custodi di uno scenario naturale unico al mondo, esse non vogliono essere solamente un'attrazione estiva, ma vetrine aperte su un universo ricchissimo e variegato, emerso e sommerso, di elevato interesse turistico, scientifico ed educativo. Ecco allora che la funzione e la stessa esistenza di questa straordinaria tipologia di area naturale protetta verrebbe seriamente messa in discussione, se non venisse riconosciuta come priorità quella della effettiva fruibilità "ampliata" delle strutture e dei servizi da questa offerti.

Pertanto un primo importante obiettivo è stato quello di arrivare ad approntare delle "Linee Guida" che siano di aiuto a tutti i soggetti interessati alla gestione e allo sviluppo delle Aree Marine Protette per progettare e realizzare un adeguato livello di fruibilità che, come detto, sia la più ampia possibile, e che cioè tenga conto costantemente delle esigenze multigenerazionali (a partire da quelle dei bambini per arrivare a quelle degli anziani), e di coloro che per qualsivoglia motivo hanno difficoltà di movimento o di tipo sensoriale.

I concetti di base
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Veicolo elettrico nell'Orto Botanico di Roma clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Nel paragrafo precedente si è cercato di dimostrare come l'analisi e lo studio relativi all'accessibilità e alla fruibilità del territorio, urbanizzato e non, assumono oggi un ruolo determinante per ciò che riguarda la ricerca progettuale finalizzata al potenziamento degli aspetti qualitativi dell'ambiente. è necessario capire appieno quali siano, per l'intera comunità, gli effettivi vantaggi dell'accessibilità, da intendere come l'insieme delle caratteristiche distributive, dimensionali e organizzativo-gestionali, che siano in grado di offrire, anche alle persone alle prese con deficit motori e/o sensoriali, una fruizione agevole e sicura degli spazi e delle attrezzature. Occorre, a tal fine, comprendere meglio alcuni concetti base, alle volte non ancora bene assimilati e troppo spesso equivocati.

Le persone con disabilità
è bene ribadire come le persone con disabilità non debbano mai essere considerate come una categoria specifica, bensì come un insieme di persone con caratteristiche ed esigenze differenziate anche in funzione delle varie età. Infatti, se è vero che per persone con disabilità si intendono tutte quelle persone che presentano ridotte capacità motorie o sensoriali, è altrettanto vero che queste ridotte capacità hanno origini, natura, caratteristiche diverse. Esistono (nota 6) persone con difficoltà temporanee di deambulazione quali anziani e bambini; persone con difficoltà di prensione (ad esempio a causa dell'artrite); persone con bambini in tenera età in carrozzelle o passeggini; persone su sedie a ruote; non vedenti, ipovedenti, non udenti, con difficoltà di eloquio o con altri problemi di comunicazione; persone che viaggiano con parenti o amici con disabilità; persone con un'invalidità temporanea (ad esempio a causa di un incidente o di un infortunio sportivo) . Pertanto non si può parlare di una diversità, ma di tante diversità (nota 7) che hanno bisogni ed esigenze differenti che chiedono di essere soddisfatti. La finalità da perseguire è quella di agevolare l'autonomia di ciascuno, realizzando strutture e servizi che favoriscano, da parte di un'utenza più ampia possibile, la fruizione di tutto l'habitat in cui si svolge la nostra esistenza .

L'incidenza sociale della disabilità
Come detto già in precedenza, le persone con mobilità ridotta sono costituite da un numero rilevante di soggetti, sia che si prenda in considerazione la realtà europea, sia che si guardi al contesto nazionale. Nel 1993 la Commissione delle Comunità Europee ha quantificato in 60 - 80 milioni le sole persone a mobilità ridotta, pari a circa il 20% della popolazione europea (nota 8); tra queste si possono includere le seguenti:

Le barriere
Per rendere accessibile e/o fruibile un servizio o una struttura bisogna fare in modo, ovviamente, che essi siano svincolati da barriere fisiche o ambientali; e proprio sulla definizione di barriera è utile fare qualche precisazione. Esse sono costituite da tutti quegli ostacoli che impediscono o limitano alle persone, temporaneamente o permanentemente affette da una minorazione, di compiere qualcuno degli atti che sono possibili ed agevoli alle persone cosiddette "sane". Possono essere suddivise in barriere psicologiche e barriere fisiche . Le prime rientrano soprattutto nel dominio delle scienze psichiche e della sociologia e corrispondono agli ostacoli di natura psicologica o culturale che impediscono un pieno utilizzo delle proprie possibilità e un ragionevole soddisfacimento delle proprie esigenze. Le barriere fisiche, che certamente hanno anch'esse effetti e implicazioni di ordine psicologico, rientrano nel dominio dell'urbanistica, dell'architettura e dell'edilizia in genere. Le barriere fisiche si possono a loro volta distinguere in:

Per troppo tempo si è ritenuto che l'ostacolo rappresentato dalle barriere (architettoniche e non) riguardasse solo le persone "handicappate" e che dovesse essere affrontato solo nell'ambito delle strutture aperte al pubblico. In tempi recenti si è invece opportunamente allargato l'angolo visuale e modificato lo "stereotipo" iniziale di riferimento e l'ambito ad esso collegato fino ad inglobare tutto il contesto ambientale e quello dei servizi alla persona.

Accessibilità e fruibilità
E allora, forse, non è solo un caso che proprio ora, nel nostro Paese, sia sorto un interesse più attento alle tematiche legate all'accessibilità delle aree naturali protette, e in particolare delle Aree Marine Protette, oggetto della presente ricerca, non più considerate solo come oasi di protezione delle specie animali e vegetali, ma anche come occasione, per l'uomo moderno, di recupero di quel rapporto di interazione e complementarietà con la natura troppo spesso trascurato.

L'ideale sarebbe stabilire, per ciascun "tipo" di ambiente, una tipologia di intervento differenziata, anche se un principio di carattere generale dovrà essere in ogni caso tenuto presente: gli spazi all'aperto, siano essi naturali o artificiali, non dovranno essere progettati per "normali" o per "disabili", ma per "tutti" secondo i principi dell' Universal Design (nota 11). Progettare l'accessibilità delle Aree Marine Protette significa rendere tali aree, conformemente al principio dell'equipotenzialità sociale di tutti gli individui, utilizzabili da qualsiasi persona, evitando soluzioni dedicate a categorie "speciali" che di fatto si riducono a essere occasioni di ulteriore emarginazione (nota 12). Ciò vuol dire che chi progetta oggi gli spazi verdi deve avere l'obiettivo di portare benefici all'intera comunità, deve incentivare un utilizzo delle aree naturali più consapevole e partecipe in tutti i gruppi sociali. E affinché gli interventi siano davvero per tutti è indispensabile che essi siano interessanti per tutti; l'accessibilità, cioè, va concepita come un aspetto funzionale necessario, ma non sufficiente a garantire l'efficacia e la qualità complessiva di un progetto.

Oltre le norme
Sul fondamento delle indicazioni e dei suggerimenti del legislatore, il compito che ci si è prefissi è stato quello di "potenziare" il diritto di chiunque alla "non esclusione" da un luogo. In questo senso, nel pieno rispetto delle norme esistenti in materia, è necessario "andare oltre" la prescrizione normativa. Per chiarire il senso di quest'ultima affermazione si riporta uno stralcio della "Dichiarazione di Madrid"(nota 13) : " La legislazione antidiscriminatoria ha comportato dei cambiamenti nell'atteggiamento verso le persone disabili. Tuttavia, non è sufficiente la legge, senza l'impegno costante da parte della società e la partecipazione attiva delle persone disabili nell'affermare i propri diritti. La sensibilizzazione pubblica è indispensabile per sostenere le misure legislative necessarie e per aumentare la comprensione dei bisogni e dei diritti delle persone disabili nella società; questo creerà le basi per lottare contro i pregiudizi e la stigmatizzazione che esistono ancora oggi ".

Certamente la strada della sensibilizzazione pubblica è la chiave di volta per dare impulso a una nuova visione delle problematiche della fruibilità dell'ambiente. In sostanza, il salto di scala di tipo culturale che si intende promuovere è quello di considerare le norme vigenti per il superamento dei vari tipi di barriere (ambientali, architettoniche, burocratiche, ecc.) non come vincolo penalizzante, ma come opportunità positiva, finalizzata a un beneficio generalizzato. Non quindi rigide norme "per gli handicappati", bensì provvedimenti operativi per ottenere un ambiente che sia più accogliente e sicuro per ciascuno di noi, e in particolare per quella fascia crescente di persone con ridotte o impedite capacità motorie o sensoriali.

Queste osservazioni appaiono opportune, in quanto le soluzioni tecniche che vengono proposte dai progettisti, nel migliore dei casi, sono realizzate in funzione della persona che si sposta su sedia a ruote; e spesso senza nessuna chiarezza di idee: quasi sempre, infatti, le rampe hanno pendenze eccessive rispetto alla loro lunghezza e vengono realizzate con materiali sdrucciolevoli (sono scomode anche se "a norma").

Le soluzioni progettuali non devono prevalere sul contesto
Sempre in relazione alla qualità dell'intervento, visto che il contesto naturale è spesso sottoposto a vincoli di salvaguardia che possono anche essere rigorosi, è importante specificare che le soluzioni progettuali non devono risultare invasive: anche negli interventi mirati a garantire l'accessibilità e/o la fruibilità, il rispetto delle valenze paesaggistiche, storiche e socio-culturali del sito oggetto dell'intervento deve rappresentare un importante punto di riferimento (nota 14) .

L'accessibilità non sempre comporta costi aggiuntivi
In conclusione, una riflessione sui risvolti di carattere economico connessi alle tematiche dell'accessibilità delle aree naturali. Molte ricerche compiute hanno dimostrato che, almeno nel caso degli edifici, se l'accessibilità è prevista fin dalla fase della progettazione, il costo aggiuntivo nella costruzione o nella prestazione di un servizio è, nella grande maggioranza dei casi, nullo o trascurabile, mentre grande è il numero delle persone che ne beneficiano (nota 15).

Niente per le persone con disabilità senza le persone con disabilità
Su questo punto in particolare sembra opportuno ricordare quanto affermato nella già citata "Dichiarazione di Madrid" secondo la quale: " L'anno 2003 sarà concepito come un'opportunità per i disabili, le loro famiglie, i loro rappresentanti e le associazioni, di stabilire un obiettivo politico e sociale nuovo ed esteso a tutti i livelli, per coinvolgere i governi ed impegnarli a prendere decisioni mirate all'uguaglianza e all'integrazione. Tutte le azioni saranno intraprese con il dialogo e la volontà di cooperazione con le organizzazioni delle persone disabili più rappresentative. La partecipazione non deve essere limitata allo scambio di informazioni o alla accettazione di decisioni già prese. A tutti i livelli del processo, invece, i governi dovranno stabilire dei meccanismi precisi per la concertazione ed il dialogo, che permettano alle persone disabili ed alle loro organizzazioni di contribuire alla pianificazione, applicazione, supervisione e valutazione di tutte le attività. Una forte collaborazione tra governi e organizzazioni delle persone disabili è il requisito fondamentale per progredire nel modo più efficace verso l'uguaglianza e le pari opportunità nella partecipazione sociale. Per agevolare tale processo, le organizzazioni delle persone disabili dovrebbero avere maggior disponibilità di mezzi e di risorse che permettano loro di migliorare la promozione e la gestione delle campagne di sensibilizzazione. Dal canto loro, le organizzazioni si impegneranno a migliorare continuamente il loro livello di governo interno e di rappresentanza ".

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