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Le Aree Marine

le aree marine protette italiane
Le aree marine protette italiane
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Esempio di cartellonistica. Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre, Sardegna clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Il nostro Paese, posto al centro del Mediterraneo, ha nel mare una risorsa insostituibile. Nell'ultimo secolo, purtroppo, questo patrimonio senza pari, che lamenta però una debolezza congenita, e cioè l'essere costituito da un bacino semichiuso con cadenze secolari per il ricambio delle acque, è stato aggredito dall'inquinamento, dalla speculazione edilizia e dalla crescita esponenziale delle attività economiche e industriali. I danni sono stati così pesanti per le condizioni qualitative delle nostre acque che, negli ultimi anni, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio si è dovuto impegnare in una decisa politica di salvaguardia, protezione e rivalorizzazione del mare e delle coste. Tra le varie iniziative, grande rilevanza ha avuto quella che ha portato alla istituzione delle Aree Marine Protette. Esse sono costituite dagli ambienti marini dati dalle acque e dai fondali che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marina e costiera, nonché dai tratti di costa prospicienti spesso ricchi di testimonianze geomorfologiche, archeologiche, storiche, architettoniche, uniche al mondo. In esse cultura e natura si intrecciano e si fondono in equilibri diversi e affascinanti, in un rapporto indissolubile con i contributi culturali provenienti da tutte le sponde del Mediterraneo.

La normativa nazionale
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Si riportano nelle due tabelle seguenti i provvedimenti che compongono il quadro normativo in materia di Aree Marine Protette (tratte dal sito internet del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio).

Principale Normativa Nazionale sulle Aree Naturali Protette
Riferimenti normativi
Titolo
L. n. 979 del 31/12/82
Disposizioni per la difesa del mare
L. n. 349 del 08/08/86
Istituzione del Ministero dell'Ambiente
L. n. 394 del 06/12/91
Legge quadro sulle aree naturali protette
L. n. 344 del 08/10/97
Disposizioni per lo sviluppo dell'occupazione in campo ambientale
L. n. 426 del 09/12/98
Nuovi interventi in campo ambientale
L. n. 338 del 23/12/00
Legge finanziaria 2001
L. n. 93 del 23/03/01
Disposizioni in campo ambientale
L. n. 179 del 31/ 07/02
Disposizioni in materia ambientale

Principali Decreti Ministeriali in materia di AMP
Riferimenti normativi
Contenuti
D.I. 12/11/86
Istituzione della riserva naturale marina denominata Isola di Ustica
D.I. 12/11/86
Istituzione della riserva naturale marina denominata Miramare nel Golfo di Trieste
D.I. 14/07/89
Istituzione della riserva naturale marina denominata Isole Tremiti
D.I. 07/12/89
Istituzione della riserva naturale marina denominata Isole Ciclopi
D.M. 17/05/96
Modificazioni al D.I. 07/12/89 istitutivo della riserva naturale marina Isole Ciclopi
D.I. 04/12/91
Istituzione della riserva naturale marina denominata Torre Guaceto
D.I. 27/12/91
Istituzione della riserva naturale marina denominata Isole Egadi
D.I. 06/08/96
Modificazioni alle misure di tutela della riserva naturale marina denominata Isole Egadi
D.M. 12/12/97
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Porto Cesareo
D.M. 12/12/97
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Isole di Ventotene e Santo Stefano
D.M. 12/12/97
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Punta Campanella
D.M. 13/06/00
Modifiche al D.M dell'Ambiente del 12/12/97 istitutivo dell'area naturale marina protette denominata Punta Campanella
D.M. 12/12/97
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Tavolara-Punta Coda Cavallo
D.M. 28/11/01
Rettifica del D.M. 12/12/97 istitutivo della riserva naturale marina Tavolara- Punta Coda Cavallo
D.M. 12/12/97
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Cinque Terre
D.M. 26/04/99
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Portofino
D.M. 03/08/99
Modificazione al D.M. istitutivo dell'area naturale marina protetta denominata Capo Carbonara
D.M. 06/09/99
Testo coordinato dei DD.MM. 12/12/97 e 22/07/99 concernenti l'istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre
D.M. 29/11/00
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Secche di Tor Paterno
D.M. 19/02/02
Modifica del D.I. 27/12/91 istititutivo della riserva naturale marina denominata Capo Rizzuto
D.M. 24/07/02
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Capo Gallo-Isola delle Femmine
D.I. 07/08/02
Istituzione del parco sommerso ubicato nelle acque di Baia, nel Golfo di Pozzuoli
D.I. 07/08/02
Istituzione del parco sommerso ubicato nelle acque di Gaiola, nel Golfo di Napoli
D.M. 13/08/02
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Isola dell'Asinara
D.M. 20/09/02
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Capo Caccia-Isola Piana
D.M. 21/10/02
Istituzione dell'area naturale marina protetta denominata Isole Pelagie
L'istituzione
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Le zone di particolare valore naturalistico da destinare ad Aree Marine Protette, le cosiddette aree di reperimento, sono individuate dalla legge 31 dicembre 1982 n. 979 (sulla difesa del mare) e dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 e successive modificazioni e integrazioni (legge quadro sulle aree protette) che dettano anche le procedure per l'istituzione delle stesse Aree Marine Protette (nota 27).

Le Aree Marine Protette sono istituite con apposito provvedimento che prevede la determinazione delle aree marittime e di demanio marittimo costituenti la superficie delle aree stesse; le finalità di carattere scientifico, culturale, economico ed educativo per la cui realizzazione è istituita l'area protetta; i programmi di studio e di ricerca scientifica nonché di valorizzazione da attuarsi nell'ambito dell'area; la regolamentazione dell'Area Marina Protetta con la specificazione delle attività oggetto di divieto o di particolari limitazioni o autorizzazioni.

Le 23 Aree Marine Protette istituite al 31 dicembre 2003 sono le seguenti:

A tali aree occorre aggiungere 2 parchi nazionali (l'Arcipelago Toscano e l'Arcipelago di La Maddalena) che presentano perimetrazioni a mare.

La gestione
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La gestione delle Aree Marine Protette è affidata, con specifico provvedimento, ad enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, anche consorziate tra loro (nota 28).
L'ente delegato nella gestione dell'Area Marina Protetta è affiancato da una Commissione che formula proposte e suggerimenti per tutto quanto attiene al funzionamento dell'area medesima. In particolare, esprime il proprio parere sul regolamento di esecuzione del decreto istitutivo e l'organizzazione dell'area protetta oltre che sulle previsioni delle spese relative alla gestione.

La Commissione è nominata con decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ed ha la seguente composizione (nota 29):

I gradi di tutela nelle aree marine protette
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Immersioni a Capo Carbonara, Sardegna clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Di norma l'Area Marina Protetta viene suddivisa in tre distinte zone a diverso grado di tutela che, pur non prevedendo un limite assoluto alle tradizionali attività legate al mare (prime fra tutte la pesca e il turismo), ne regolano lo svolgimento in base alle diverse necessità di conservazione. Esse si distinguono in:

La zona di riserva integrale (A) è quella in cui sono generalmente vietate le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. Essa garantisce la tutela della biodiversità e il ripopolamento delle specie animali e vegetali, e pertanto prescrive, quasi sempre, il divieto di balneazione e di navigazione, escluse solo le attività di ricerca scientifica.

Al confine con la zona di protezione integrale si trova quella di riserva generale (B) che coniuga la conservazione dei valori ambientali con la fruizione compatibile dell'ambiente marino. In essa, in genere, sono consentite la balneazione, le visite guidate anche subacquee, la navigazione (a remi, a vela o a velocità ridotta), l'ormeggio e l'ancoraggio in zone limitate individuate dall'ente gestore. Le attività di pesca consentite si limitano generalmente alle attività professionali esercitate dai residenti, mentre la pesca sportiva, quando permessa, è regolamentata rigidamente. La pesca subacquea è rigorosamente vietata.

Di norma la zona di riserva generale è racchiusa da una zona di riserva parziale (C) che si può considerare una fascia tampone tra le zone di maggiore pregio naturalistico e i settori esterni all'Area Marina Protetta. Qui, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, sono permesse e regolamentate dall'organismo di gestione tutte le attività di fruizione del mare di modesto impatto ambientale, quali la navigazione delle imbarcazioni a motore (nel più dei casi a velocità ridotta), l'ormeggio, l'ancoraggio e la pesca sportiva.
Occorre precisare che limiti e divieti nelle diverse zone sono esattamente definiti e individuati dai decreti istitutivi e dai regolamenti delle Aree Marine Protette, che tengono conto delle peculiarità, caratteristiche e necessità di ciascuna.

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