Parchi per tutti : fruibilità per un'utenza ampliata

LINEE GUIDA PER GLI ENTI DI GESTIONE DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI

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Strategie

Linee, strategie ed orientamenti per l'accessibilità dei parchi nazionali
Le strategie del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
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Sentiero natura accessibile, tabella in Braille sul faggio secolare. Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico, Lazio clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Nell'ambito del Progetto "Parchi per Tutti: fruibilità per un'utenza ampliata", è stata compiuta un'analisi sullo stato di accessibilità e di fruizione del territorio compreso all'interno del perimetro dei parchi nazionali italiani attraverso un questionario (checklist) appositamente redatto e inviato agli enti di gestione dei parchi nazionali per la compilazione. Le domande del questionario sono state organizzate in tre batterie di quesiti, aventi per oggetto di indagine rispettivamente l'accessibilità delle strutture, l'accessibilità dei servizi e le realtà sociali ed economiche presenti nei citati territori. Analizzeremo di seguito le tre tipologie separatamente, facendo poi una riflessione a parte sul tema della formazione e in merito alla presenza di norme specifiche, inerenti l'accessibilità per un'utenza ampliata, nei piani e nei regolamenti dei parchi ovvero nei programmi pluriennali di promozione economica e sociale26.

STRUTTURE
Attraverso le citate checklists si è da un lato effettuato un censimento delle strutture e dall'altro acquisito dati inerenti l'accessibilità delle stesse. Sono state considerate nell'indagine le seguenti tipologie di strutture: aree di sosta, aree faunistiche, case del parco, centri di educazione ambientale, centri di recupero animali, centri studi e ricerche, centri visita/informazione, musei, orti botanici e arboreti, ostelli, punti panoramici, sedi degli enti parco, uffici di zona. Si riportano di seguito i risultati evidenziati dall'analisi compiuta.

Sedi degli enti di gestione dei parchi
9 sedi degli enti di gestione dei parchi nazionali (45%) sono fruibili 27 da parte di un'utenza ampliata, 11 non sono fruibili (55%). Nei casi in cui gli enti parco hanno dichiarato l'esistenza di una sede legale, oltre a quella operativa, si è considerato il dato relativo a quest'ultima.

Altre strutture presenti all'interno dei parchi
I dati analizzati permettono di quantificare in 386 le altre strutture censite presenti nei parchi nazionali, di cui 263 risultano fruibili (68% del totale delle strutture), 74 (19%) sono quelle non fruibili, mentre per 49 strutture (13%) l'informazione non è disponibile. Riguardo quest'ultimo dato occorre precisare che oltre il 90% delle strutture, di cui non è stato possibile determinare il grado di accessibilità, si trovano all'interno del territorio di un unico parco nazionale.

Percorsi presenti all'interno dei parchi
Attraverso il questionario è stato possibile individuare i sentieri e anche, ad esempio, i percorsi all'interno di orti botanici, fruibili anche per persone con deficit motori o sensoriali, nonché le caratteristiche degli stessi quali punti di partenza e di arrivo, tempi medi di percorrenza e presenza o meno di manutenzione periodica. Nel dettaglio 14 enti parco nazionali (70%) dichiarano di avere almeno un percorso fruibile da parte di un'utenza ampliata, 6 (30%) ne dichiarano l'assenza. In totale, nei 14 parchi nazionali sono 29 gli itinerari fruibili per un'utenza ampliata.

SERVIZI
Le domande di questa sezione della checklist erano volte ad evidenziare i servizi disponibili e, in seconda battuta, la fruibilità degli stessi da parte di un'utenza ampliata.

Servizio di visite guidate
Per quanto riguarda il servizio di visite guidate, relativo all'anno 2002, tutti gli enti parco nazionali (n. 20) hanno dichiarato di offrire tale servizio ai visitatori. Alla domanda se fosse stato poi organizzato un servizio di visite guidate fruibile anche, in particolare, da persone con deficit motori, 13 enti parco (65%) hanno dichiarato di offrire un servizio di visite guidate fruibile da parte di un'utenza ampliata, 7 (35%) di non offrire tale servizio. Da osservare come questo dato sia simile a quello relativo alla presenza di percorsi fruibili, analizzato al punto precedente.

Servizio informativo (help-desk)
Tutti gli enti parco dichiarano di avere un servizio informativo (help-desk) che fornisca indicazioni sull'accessibilità e fruizione del territorio anche da parte di un'utenza ampliata.

Servizio informativo WEB
Per quel che concerne il servizio informativo offerto dal sito Internet del parco, 6 enti parco nazionali (30%) dichiarano di fornire agli utenti anche indicazioni sull'accessibilità e fruizione generalizzata del territorio, 14 (70%) dichiarano di non fornire tale servizio.

Servizio di educazione ambientale28
Ad eccezione di uno, tutti gli enti parco nazionali dichiarano di offrire o promuovere un servizio che svolga programmi di educazione ambientale. Alla successiva domanda volta ad evidenziare la fruibilità di questi programmi da parte di persone con deficit motori o sensoriali, solo 7 enti parco (35%) dichiarano di offrire un servizio di educazione ambientale fruibile anche da parte di un'utenza ampliata, 13 (65%) dichiarano di non offrire tale servizio. è utile ricordare come la stragrande maggioranza degli utenti, che fruiscono di tali programmi, è formato da studenti di scuola elementare e media inferiore.

Materiale informativo
Per materiale informativo si intende qualunque pubblicazione (libri, CD-Rom ecc.) o altro materiale, anche promozionale, come pieghevoli, mappe o cartine tematiche e quant'altro contenga in modo specifico indicazioni sull'accessibilità e la fruizione del parco da parte delle persone con deficit motori o sensoriali. In dettaglio 6 enti parco nazionali (30%) dichiarano di aver realizzato almeno una pubblicazione inerente la fruizione del parco per un'utenza ampliata, 14 (70%) dichiarano di non averne realizzate.

REALTà SOCIALI ED ECONOMICHE
I primi due quesiti di questa sezione della checklist miravano ad approfondire se gli enti parco avessero in qualche misura censito i soggetti e le strutture, presenti all'interno del loro territorio, che si occupano a vario titolo di assistenza alle persone con disabilità. Il terzo quesito era teso a identificare se, nell'ambito dei lavori dell'ente parco, fossero stati adottati atti deliberativi in favore di progetti diretti a favorire l'accessibilità e la fruizione del parco per persone con deficit motori o sensoriali. In caso di risposta affermativa veniva chiesto all'ente parco di specificare data e oggetto della delibera, oltreché i tempi di realizzazione previsti e le azioni realizzate e/o da realizzare nell'ambito del progetto deliberato.

Censimento dei soggetti e dei centri
Dall'analisi delle checklists è risultato che soltanto 2 enti parco (10%) hanno effettuato un censimento dei soggetti e dei centri che si occupano a vario titolo di assistenza a persone con deficit motori o sensoriali.

Progetti realizzati e/o avviati
13 enti parco nazionali (65%) hanno dichiarato di aver deliberato in merito alla promozione o realizzazione di progetti diretti a favorire l'accessibilità e la fruizione del parco per le persone con deficit motori o sensoriali, i restanti 7 enti parco (35%) non hanno deliberato in merito alla materia specifica.

FORMAZIONE
Per quanto riguarda la formazione o l'aggiornamento professionale dei propri dipendenti e collaboratori sul tema specifico dell'accessibilità e della fruizione del parco e delle attività che vi si svolgono da parte delle persone con deficit motori o sensoriali, soltanto 3 enti parco nazionali (15%) dichiarano di aver svolto almeno un ciclo formativo sul tema specifico o comunque sui temi trattati, 17 (85%) dichiarano di non aver svolto alcun ciclo formativo sul tema dell'accessibilità e della fruizione del parco da parte di un'utenza ampliata.

REGOLAMENTI, PIANI PER I PARCHI, PROGRAMMI PLURIENNALI
Si segnala che per quanto riguarda l'inserimento di norme, prescrizioni o indirizzi specifici di carattere gestionale che riguardano l'accessibilità e la fruizione anche per le persone con deficit motori o sensoriali, l'analisi delle checklists ha evidenziato quanto segue:

- per quello che riguarda i regolamenti ex art. 11 Legge n. 394/91, 9 enti parco (45%) hanno inserito norme che riguardano l'accessibilità e la fruizione per un'utenza ampliata, in 11 parchi (50%) tali norme sono assenti;

- per quello che riguarda i piani per i parchi ex art. 12 Legge n. 394/91, 7 enti parco (35%) hanno inserito norme che riguardano l'accessibilità e la fruizione per un'utenza ampliata, in 13 parchi (65%) tali norme sono assenti;

- per quello che riguarda i programmi pluriennali ex art. 14 Legge n. 394/91, 7 enti parco (35%) hanno inserito norme che riguardano l'accessibilità e la fruizione per un'utenza ampliata, in 13 parchi (65%) tali norme sono assenti.

In relazione ai tre punti precedenti occorre precisare che i dati forniti dagli enti parco hanno evidenziato che:

- riguardo al regolamento, esso è assente in 4 parchi, in corso di predisposizione in 12, in 3 è adottato dall'ente e per 1 è approvato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio;

- riguardo al piano per il parco, esso è assente in 4 parchi, in corso di predisposizione in 11, in 3 è approvato dal Consiglio Direttivo e per 2 approvato/adottato dalle Regioni competenti;

- riguardo al piano pluriennale di programmazione economica, esso è assente in 7 parchi, in corso di predisposizione in 10, approvato dall'ente in 1 parco, approvato dalle Regioni competenti per 2 parchi.

Orientamenti e criteri per gli enti di gestione dei parchi nazionali
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Sentiero natura per tutti. Oasi WWF, Riserva Naturale Regionale del Lago di Penne, Abruzzo clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, consapevole dell'importanza che i parchi nazionali e le altre aree naturali protette hanno ai fini dello sviluppo socio-economico e culturale del paese, anche alla luce delle considerazioni fatte nel precedente paragrafo, ha indicato le seguenti strategie per promuoverne l'accessibilità e la fruibilità anche da parte di persone con deficit motori o sensoriali:

- implementare, anche attraverso specifici corsi di formazione, la conoscenza - anche da parte dei dipendenti e degli operatori che a diverso titolo lavorano nel sistema delle aree naturali protette e, in particolare, nei parchi nazionali, - delle esigenze delle persone con disabilità, nonché delle problematiche relative all'accessibilità e fruizione generalizzata delle stesse aree protette;

- assicurare la verifica e il monitoraggio da parte degli enti di gestione dei parchi nazionali dei programmi, servizi e strutture esistenti per determinare il grado in cui essi sono allo stato attuale fruibili da parte di un'utenza ampliata;

- assicurare l'individuazione da parte degli stessi enti di gestione dei parchi nazionali delle barriere o ostacoli esistenti, identificando anche come, ove possibile, tali barriere possano essere superate o rimosse28;

- assicurare che vengano intraprese tutte le azioni necessarie per garantire il superamento delle barriere identificate, anche vincolando a questo fine una parte delle risorse assegnate agli enti di gestione dei parchi nazionali, fornendo allo stesso tempo la necessaria assistenza tecnica;

- assicurare che tutti gli edifici nuovi o le ristrutturazioni effettuate sul patrimonio esistente, tutti i servizi e i programmi, inclusi quelli offerti dai concessionari esterni, siano progettati secondo i criteri dell'Universal Design (Progettazione Universale) e sviluppati nel rispetto degli standards individuati, nonché della legislazione vigente29;

- individuare, tra l'altro, gli opportuni sistemi integrativi per la mobilità in relazione alle esigenze dell'utenza ampliata;

- assicurare in particolare il rispetto delle disposizioni normative in materia di fruibilità generalizzata, previste dalla legge quadro sulle aree naturali protette n. 394/91, nell'ambito della elaborazione dei programmi pluriennali di promozione economica e sociale, dei regolamenti e dei piani per il parco, predisposti dagli enti di gestione dei parchi nazionali30;

- assicurare l'integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, come già peraltro previsto dalle norme vigenti;

- individuare e definire delle linee di finanziamento per la realizzazione di programmi di azione pluriennali specifici e di interventi (vd paragrafo successivo), finalizzati al miglioramento dell'accessibilità e della fruibilità nei singoli parchi;

- assegnare, nella valutazione degli interventi da realizzare e finanziare, un livello di priorità a quelli mirati a garantire una agevole fruibilità delle strutture e dei servizi presenti all'interno dei territori dei parchi nazionali.


Particolare importanza, in tali strategie, è riservata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio al confronto con i soggetti rappresentativi degli interessi dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità.
La fruibilità delle strutture
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Centro visita di Pescasseroli. Parco Nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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La valorizzazione ambientale e turistica del territorio del parco passa anche necessariamente per un'attenta opera di adeguamento alle normative vigenti in materia di fruibilità generalizzata e di superamento delle barriere architettoniche, oltre che delle fonti di pericolo, disagio e affaticamento.

Si rende necessaria, come specificato in precedenza per l'intero territorio del parco e per il suo ingente patrimonio immobiliare, che comprende oltre alle risorse naturalistiche e ambientali anche quelle di tipo storico, la predisposizione di un programma organico che consenta la realizzazione di interventi tesi ad assicurare una più agevole fruizione del territorio stesso anche da parte delle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale. Infatti tali persone, che generalmente soffrono di una più limitata autonomia, necessitano di una maggior attenzione e accorgimenti progettuali e realizzativi, che consentano loro di superare gli ostacoli architettonici, naturalistici, oltre che quelli di tipo burocratico e gestionale, che troppo spesso limitano pesantemente le scelte individuali delle persone anziane, incidentate, obese, infartuate, con problemi circolatori, ecc.

Nasce così l'opportunità di una politica di "conservazione integrata", che si intreccia con quella economica, della cultura, dell'ambiente, dello "sviluppo sostenibile" del territorio. Essa assume il patrimonio naturalistico e culturale come risorsa speciale e non rinnovabile, ne promuove la salvaguardia, la manutenzione, il restauro, nonché la valorizzazione e l'utilizzazione ai fini pubblici e sociali. è necessario perciò che l'ingente patrimonio naturale e storico venga protetto ed al contempo adeguato e potenziato sotto molteplici aspetti. Nell'ambito delle aree protette, più o meno estese, le tipologie dei problemi da affrontare e risolvere per una fruizione generalizzata può sinteticamente ricondursi a tre essenziali campi di azione:Il superamento di distanze da percorrersi a piedi, il superamento di dislivelli e l'agevole e sicura fruibilità delle attrezzature e dei servizi relativi alle aree stesse.

In questo quadro occorre una riflessione a parte sul ruolo dell'agriturismo e sull'importanza che esso può avere ai fini di una più diretta e corretta fruizione delle aree naturali protette, sempre che si doti anch'esso di strutture che garantiscano l'accessibilità e la fruibilità per un'utenza ampliata34. Vediamo più in dettaglio di chiarire alcuni degli aspetti menzionati.

Se si abbandona l'idea che una persona "handicappata" sia essenzialmente assimilabile a quella che usa abitualmente la sedia a ruote o a quella non vedente, si aprono notevoli possibilità di comprendere meglio le esigenze delle persone "reali", esigenze che risultano notevolmente diversificate tra loro. Si può, a nostro avviso, parlare di elevata fruibilità, quando si mettono in atto realizzazioni e servizi con un corrispondente livello di prestazioni. Le seguenti considerazioni possono essere di notevole utilità per passare dalla pedissequa applicazione delle norme di legge all'individuazione di validi criteri ed orientamenti per una progettazione o un adeguamento più efficaci e quindi più responsabili di strutture e servizi. L'obiettivo dell'accessibilità deve sempre contemplare la giusta integrazione tra norma, immaginazione e buon senso.

Pertanto, anche per le aree verdi o di particolare importanza naturalistica o ambientale, deve individuarsi una politica di tutela e al contempo di valorizzazione; cioè di "conservazione integrata" che si intreccia quindi con i diversi aspetti dell'economia, della cultura, dell'ambiente e del territorio. Occorre assumere anche questo tipo di patrimonio come una risorsa speciale e non rinnovabile da salvaguardare attentamente, ma al contempo da valorizzare promuovendone anche, ove possibile, l'utilizzazione significativa ai fini pubblici e sociali. Uno degli aspetti più significativi e di valore strategico, da questo punto di vista, è costituito dall'innalzamento degli "standard qualitativi" e dal potenziamento delle caratteristiche attinenti il "comfort ambientale", la sicurezza dei siti e l'agevole fruibilità degli stessi e delle relative attrezzature, compresi i sistemi di trasporto, da parte di una fascia più ampia possibile di cittadini.
Procedendo in tal senso, si renderebbe possibile anche una maggior visitabilità delle aree e dei centri edificati ricadenti nell'ambito del comprensorio del parco. Conseguentemente si amplierebbe in modo concreto la possibilità di utilizzazione di importanti beni culturali e turistici, con evidenti e positive ricadute per la collettività, anche dal punto di vista economico.

In analogia a quanto definito dall'art.2 del D.M. n. 236/89, la "visitabilità" va intesa come una più concreta possibilità, anche da parte delle persone con ridotte capacità motorie o sensoriali, di accedere e di fruire agevolmente dei percorsi delle aree, degli spazi di relazione e di incontro e delle attrezzature di servizio delle aree stesse, e questo vale sia per quanto riguarda l'ambito urbano che per quello extra urbano. Secondo dati dell'Unione Europea e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità la fascia di persone interessate, in modo più o meno sensibile, ad un territorio accessibile e senza barriere architettoniche rappresenta una percentuale consistente pari ad oltre un quinto della popolazione totale. è evidente quindi come anche il ruolo delle aree verdi nel contesto dello spazio antropizzato possa incidere sensibilmente nell'incentivare occasioni ed attività collegate alla partecipazione ed alle relazioni interpersonali, assumendo pertanto un preciso valore sociale.
Per avvicinarsi alla finalità individuata occorre provvedere al superamento degli ostacoli architettonici o naturali e contestualmente alla eliminazione delle fonti di pericolo e delle situazioni di affaticamento e di disagio. Queste ultime, infatti, per molte persone costituiscono una vera e propria "barriera". Anche l'azione del camminare, considerata apparentemente tra le più semplici e senza problemi, procura comunque in ciascuno di noi un determinato sforzo, un certo dispendio di energie. A seconda delle caratteristiche individuali e delle differenti situazioni contingenti, questo sforzo risulta più o meno possibile e intenso: conseguentemente viene a ridursi il livello di autonomia personale.

Un percorso agevole e "normale" per un giovane può risultare eccessivo per una persona anziana. In molti casi poi, in presenza di gravi patologie, l'autonomia personale si riduce moltissimo fino quasi, purtroppo, ad azzerarsi. Di qui le diverse situazioni di "svantaggio" di tipo temporaneo o permanente, che incidono in maniera significativa sulla qualità della vita, oltre che sugli aspetti sociali ed economici. Per chi non soffre di patologie che provocano difficoltà nel camminare, questa azione, specie se svolta nell'ambito di aree naturalistiche o di ampie zone verdi, provoca indubbiamente benessere psicofisico. Per le persone che hanno difficoltà sotto l'aspetto motorio, invece lo spostarsi risulta comunque più o meno difficoltoso e pertanto provoca disagio e affaticamento, riducendo notevolmente o azzerando il beneficio che normalmente si ha nel fruire di un ambiente naturale. Infatti, le notevoli distanze da percorrersi a piedi o con la sedia a ruote costituiscono una difficoltà a volte insormontabile. Tali difficoltà sono aggravate dal fatto che generalmente i percorsi naturalistici presentano discontinuità, a volte asperità, che aumentano pericoli di caduta e diminuiscono i livelli di autonomia.

Per questo motivo è determinante prevedere la possibilità di consentire comunque, alle persone con ridotta capacità motoria, la fruizione delle zone di parco o di riserva mediante l'uso di mezzi alternativi, elettrici o non, con velocità paragonabile a quella del pedone. A tale proposito si osserva che la Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 1030 del 13/06/83 recita che "occorre considerare che nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, di notevole estensione, destinati ad attrezzature e servizi quali ad esempio zone verdi e parchi, aree ospedaliere, zone cimiteriali, ovvero ove si svolgono manifestazioni o spettacoli, per motivi di pubblica utilità viene consentito di norma l'accesso e la sosta a mezzi addetti a particolari servizi (giardinaggio, vigilanza, commercio ambulante, ecc.). In tali casi devono intendersi autorizzati anche i veicoli al servizio di persone invalide, detentrici del "contrassegno speciale" le quali altrimenti non potrebbero usufruire di essenziali strutture urbane, permanenti o temporanee, che interessano tutti i cittadini".

Esistono attualmente diverse disponibilità di veicoli che rispondono positivamente ad un'ampia gamma di esigenze diverse. Essi vanno dai minibus attrezzati con piattaforma elevatrice ai mezzi elettrici con tre-quattro posti, che si usano abitualmente nei campi da golf, fino agli utilissimi elettro-scooters monoposto, con tre o quattro ruote.
Occorre pertanto, da parte degli amministratori e dei tecnici, prevedere accorgimenti e servizi di assistenza che riescano, almeno in parte, a diminuire e compensare le già accennate difficoltà soggettive e consentire a chiunque un sufficiente livello di mobilità, di fruibilità dello spazio naturale e quindi di autonomia, di possibilità di scelta. Per i problemi connessi all'affaticamento ed alle situazioni di disagio, in genere collegati al superamento di distanze dell'ordine di grandezza degli ettometri, o addirittura maggiori, occorre pertanto provvedere utilizzando i seguenti criteri ed accorgimenti. Nell'insieme dei diversi luoghi e degli spazi ricompresi nell'ambito delle aree verdi, a volte molto vaste, si svolgono le più svariate funzioni e differenti attività per le persone, che pertanto devono essere rapportate alle differenti età ed esigenze dei fruitori. Esse sono essenzialmente di tipo ricreativo, sportivo, culturale, di ricerca e commerciale e si svolgono in ambienti aperti o racchiusi. Specie nelle aree verdi urbane è opportuno che tali attività rimangano indifferenziate solo come spazi liberi, ma vengano progettate e realizzate per favorire attività sportive, di gioco, di incontro. Tali funzioni devono essere organicamente collegate attraverso un ipotetico nastro di percorrenza, continuo ed ininterrotto, per consentire di passare agevolmente dall'una all'altra e possibilmente con più di una modalità di spostamento e quindi con diverse possibilità di scelta da parte degli utilizzatori.

Negli spazi naturali aperti (parchi, riserve, ecc.), ove generalmente viene interdetta la circolazione dei veicoli privati, assumono particolare significato ed importanza i percorsi pedonali. Essi, per essere percorribili da un'utenza differenziata, devono avere requisiti prestazionali in grado, tra l'altro, di avere il connotato qualitativo della "accessibilità".
Occorre quindi individuare con la massima attenzione, almeno quei percorsi primari e significativi che siano utilizzabili in modo agevole ed in condizioni di sufficiente sicurezza anche da parte di visitatori con svantaggi motori o sensoriali.
Detti percorsi devono avere caratteristiche e dimensioni medie trasversali, rapportate alla fruizione del prevedibile numero di utilizzatori ipotizzabile nelle diverse circostanze. Il loro andamento può essere differenziato in rapporto alle caratteristiche orografiche e morfologiche del terreno, del tipo di vegetazione, ecc. Per questi motivi lo sviluppo più o meno esteso dei sentieri e dei percorsi può avere andamento planimetrico ed altimetrico molto variato, collegando quote differenti mediante pendenze più o meno sensibili.
Certi dislivelli sono relazionati tra loro nell'ambito di un determinato percorso, ricorrendo alla sistemazione del terreno con rampe, gradinate o scale, che devono sempre essere dotate di corrimano, che costituiscono elementi di grande aiuto. In certi casi può risultare utilissimo un corrimano su entrambi i lati, a distanza ravvicinata, in modo tale da consentire alle persone con disabilità di aiutarsi contemporaneamente con le due braccia.

Sull'argomento appare importante avere sempre presenti, come riferimento di base, le caratteristiche e le esigenze molto differenziate degli utilizzatori, rispetto ai quali devono essere dirette le varie ipotesi di miglioramento dell'accessibilità attraverso una più agevole fruizione. Molto frequentemente nel predisporre progetti o adeguamenti si presuppone che la persona svantaggiata nel movimento sia unicamente quella che usa la sedia a ruote. In realtà la casistica alla quale occorre riferirsi per l'individuazione delle esigenze è molto più ampia e articolata.

LE PRINCIPALI DIRETTIVE DA ATTUARE PER RENDERE FRUIBILI LE STRUTTURE E I PERCORSI PRESENTI NEI TERRITORI DEI PARCHI NAZIONALI

La fruibilità dei servizi
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Visita guidata al Giardino delle Farfalle. Terni, Umbria clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
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Analogamente a quanto evidenziato nel paragrafo precedente, la promozione e lo sviluppo sostenibile di un parco non può non basarsi anche su una adeguata offerta di servizi nei settori dell'educazione ambientale, delle visite guidate, dell'informazione ai visitatori, dell'accoglienza, delle pubblicazioni e della formazione professionale dei propri operatori. Naturalmente anche in questi ambiti occorre intervenire, tenendo conto delle esigenze espresse dalle persone con disabilità, dagli anziani, dai bambini ecc.. Nei punti seguenti, partendo dall'analisi delle checklists compilate dagli enti di gestione degli stessi parchi nazionali, abbiamo sottolineato per ogni servizio preso in esame la situazione esistente e elaborato alcune indicazioni per rendere fruibili i suddetti servizi.

L'educazione ambientale
Dall'analisi delle checklists inviate nell'ambito del Progetto "Parchi per Tutti" nel marzo 2002 e compilate dagli enti gestori dei parchi nazionali, risulta che soltanto 7 parchi nazionali (35%) sono in grado di offrire un servizio di educazione ambientale fruibile da persone con deficit motori o sensoriali. Data l'importanza che l'educazione ambientale riveste, sia ai fini della formazione e della crescita culturale delle persone, che ai fini della promozione e della fruizione delle aree naturali protette, è evidente che essa deve rappresentare un punto fondamentale nella strategia degli enti gestori dei parchi nazionali, nonché di tutte le altre aree naturali protette. Si tratta quindi di un servizio che va decisamente implementato, se si vuole estendere il diritto di partecipazione e di fruizione ad un'utenza il più possibile ampliata. Il parco infatti non deve essere considerato solo un bene statico che chiama le istituzioni e la cittadinanza alla tutela della sua sopravvivenza, in ragione del diritto al godimento delle emozioni estetiche che esso rende disponibili con la sua esistenza. Piuttosto esso deve essere considerato come bene dinamico, soggetto di processi di cambiamento. In particolare, l'educazione ambientale, intesa come azione educativa intenzionalmente orientata a migliorare la qualità delle relazioni tra la comunità umana e l'ambiente che le permette la vita, è un ambito al cui interno il parco e gli enti gestori debbono svolgere un ruolo attivo. In tal senso, è necessario che ciascun parco sviluppi politiche, progetti e programmazioni attive di educazione ambientale, individuando nelle comunità ad esso afferenti i destinatari di tali azioni. Si rende in tal senso altresì necessario sviluppare programmi capaci di comunicare realmente con tutte le generazioni che animano la vita di una comunità locale: bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani. L'educazione ambientale, infatti, attraversa longitudinalmente tutte le fasi della vita di un uomo, poiché l'uomo cresce e invecchia in modo sano, se è sano il suo rapporto con l'ambiente, che gli rende possibile la vita. Per questo la gestione dei parchi non può limitarsi a rispondere a ragione estetiche, ma deve essere orientata anche da ragioni etiche ed educative.

Le visite guidate
L'analisi delle checklists compilate dagli enti gestori dei parchi nazionali ci presenta in questo ambito un dato sufficientemente positivo. Sono 13 (65%) gli enti parco che dichiarano di offrire un servizio di visite guidate fruibile da parte di un'utenza ampliata. Anche in questo caso, tuttavia valgono le osservazioni concernenti il tema dell'educazione ambientale e della necessità di implementare al massimo tale servizio. Pertanto, coerentemente con quanto detto nel punto precedente, occorre impegnarsi anche in questo settore affinché le visite guidate perdano il carattere rutinario di azioni che, in qualche misura, hanno smarrito la propria ragion d'essere. Progettare e programmare visite guidate all'interno del parco deve sempre essere riferito ad obiettivi non solo conoscitivi ma, soprattutto, di cambiamento. Se il risultato prodotto dalle visite guidate è esclusivamente l'aumento delle conoscenze dei visitatori, probabilmente molta parte del potenziale di questo servizio sarà andato perduto. In realtà la visita guidata deve poter rappresentare per il visitatore un'esperienza discriminante perché in grado, in qualche misura, di distinguere un prima e un dopo. Ciò è particolarmente vero quando fruitori di questo servizio sono bambini e adolescenti, ancora pienamente impegnati nella costruzione delle proprie rappresentazioni sul mondo e sulla vita. Per assurdo potremmo dire che in una visita guidata più importanti delle conoscenze trasferite sono le emozioni, le empatie, le essenze che la guida sarà stata in grado di comunicare circa la costruzione della relazione tra l'uomo e l'ambiente.

Il servizio informazioni ai visitatori
Dall'analisi delle citate checklists, risulta che tutti gli enti gestori dei parchi nazionali dichiarano di avere un servizio informativo che fornisce informazioni sull'accessibilità e la fruizione del territorio anche da parte di persone con deficit motori o sensoriali. Soltanto 6 (30%) invece dichiarano di offrire un servizio informativo tramite Internet, in grado di offrire indicazioni sull'accessibilità e la fruizione del territorio da parte delle persone con deficit motori o sensoriali. Nel primo caso si tratta di dati sufficientemente positivi, mentre occorre implementare decisamente il servizio tramite Internet. Occorre tuttavia osservare che il dato quantitativo rilevato è certamente importante, ma non sufficiente. Gli enti gestori dei parchi debbono impegnarsi, affinché entrambi i servizi siano in grado di comunicare immediatamente al visitatore l'immagine del parco, non solo come oggetto d'uso, godibile sul piano estetico, ma soprattutto come soggetto attivo che chiama il visitatore a dialogare e a mettere in discussione le proprie modalità di relazionarsi con l'ambiente che lo circonda. Non si tratta, dunque, di organizzare spazi attrezzati per fornire informazioni d'uso ma, ancora una volta, di animare spazi capaci di accogliere e di accompagnare all'interno di un'esperienza educativa che ha al centro la qualità della relazione tra l'uomo e l'ambiente.

Le strutture ricettive
Tali strutture debbono rispondere a criteri di sobrietà, funzionalità, eco-sostenibilità e fruibilità per tutti, con particolare riferimento alle persone con deficit motori o sensoriali. Il visitatore, nell'accedere alle strutture ricettive del parco, deve poter cogliere un filo di continuità tra il cuore dei contenuti che il parco intende comunicare e le condizioni pratiche e strutturali dell'accoglienza offerta. In questo ambito, occorre inoltre osservare che le strutture agrituristiche, per le loro particolari caratteristiche, assumono un ruolo ed un'importanza, potremmo dire strategica, ai fini di una corretta fruizione dei parchi e più in generale di tutte le aree naturali protette35.

Le pubblicazioni
Dall'analisi delle checklists compilate dagli enti gestori dei parchi nazionali risulta che solo 6 parchi nazionali (30%) dichiarano di aver realizzato pubblicazioni inerenti la fruizione da parte di un'utenza ampliata. Anche in questo caso occorre osservare che si tratta di un servizio che deve essere assolutamente implementato, anche perché il materiale informativo prodotto dall'ente gestore è un veicolo di diffusione delle finalità perseguite, non solo in campo ambientale, ma anche sociale e culturale. Pertanto è opportuno non limitarsi, dunque, semplicemente ad operazioni di marketing o di auto-finanziamento, ma si devono considerare le pubblicazioni come uno strumento strategico al fine di allargare la diffusione dei contenuti educativi animati dall'ente gestore oltre l'ambito dell'incontro diretto tra visitatore e realtà ambientale del parco. Anche per quanto riguarda questo servizio si pone, dunque, la necessità di curare adeguatamente la progettazione e la programmazione delle attività.

La formazione e l'aggiornamento professionale
In questo settore l'analisi delle checklists ci fornisce dati certamente poco confortanti in relazione al tema dell'accessibilità per l'utenza ampliata. Soltanto 3 parchi nazionali (15%) dichiarano infatti di aver svolto almeno un ciclo formativo sul tema. Mentre proprio per la natura attiva, sul piano dell'azione educativa e della promozione di processi di cambiamento, attribuita nei punti che precedono alla responsabilità di gestione del parco, si ritiene che una fondamentale funzione strategica debba essere riconosciuta alla formazione, sia del personale interno che del personale esterno, comunque impegnato nella gestione del bene parco. Qui per formazione non si intende semplicemente l'organizzazione di eventi in grado di aumentare delle conoscenze tecniche, cosa comunque necessaria. Piuttosto si vuole evidenziare la natura trasformativa e rielaborativa della formazione, che deve poter essere una risorsa per il personale coinvolto al fine di accrescere e consolidare le risorse complessive, sul piano umano e professionale, necessarie all'animazione di processi educativi del tipo di quelli cui, seppur brevemente, si è fatto cenno nei punti precedenti. Non solo dunque eventi formativi per la crescita dei saperi tecnici, ma soprattutto processi formativi continui. Ciò al fine di consolidare il ruolo di animatori di processi di cambiamento, che gli operatori debbono saper ricoprire in una visione del parco non solo come oggetto di godimento estetico, ma anche come soggetto di azioni educative rivolte alla comunità locale e nazionale.

LE PRINCIPALI DIRETTIVE DA ATTUARE PER RENDERE FRUIBILI I SERVIZI OFFERTI DAI PARCHI NAZIONALI

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