Parchi per tutti : fruibilità per un'utenza ampliata

LINEE GUIDA PER GLI ENTI DI GESTIONE DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI

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Stelvio

parco nazionale dello stelvio
cartina del parco nazionale dello stelvio clicca l'immagine per ingrandirla in un'altra pagina
clicca l'immagine per ingrandirla

Dati Amministrativi

Tipologia: Parco Nazionale
Regioni: Lombardia, Trentino - Alto Adige
Province: Bolzano, Brescia, Sondrio, Trento
Estensione: 133.325 ettari
Istituzione: L. 24/04/35, n. 740, D.P.R. 26/09/78, D.P.C.M. 26/11/93
Sede: Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio - Via De Simoni, 42 - 23032 Bormio (SO) Tel. 0342/900811 - Fax 0342/900898
Uffici periferici:
Comitato di Gestione per la Regione Lombardia: Via De Simoni, 42 - 23032 Bormio (SO) Tel. 0342/900811 - Fax 0342/900898
Comitato di Gestione per la Provincia Autonoma di Trento: Via Roma, 65 - 38024 Cogolo di Peio (TN) -Tel.0463/746121-Fax 0463/746090
Comitato di Gestione per la Provincia Autonoma di Bolzano: Piazza Municipio, 1 - 39020 Glorenza (BZ) - Tel. 0473/830430 - Fax 0473/830510
E-mail: info@stelviopark.it
Sito: www.stelviopark.it


Come Arrivarci
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Versante Lombardo:
In auto: SS n. 36 da Milano a Colico proseguendo sulla SS n. 38 per Bormio. Altra via di accesso è la SS n. 42 lungo la Val Camonica fino a Pontedilegno.
In treno: da Milano a Tirano. Da qui raggiungere Bormio, la Valfurva, la Valdidentro o Livigno con le Autolinee dei Trasporti Regionali Lombardi. Da Brescia utilizzando la linea ferroviaria Brescia - Edolo e poi con le autolinee per Pontedilegno e zone limitrofe.

Versante Altoatesino:
In auto: da Bolzano con l'autostrada A22 al Passo dello Stelvio con la SS n. 38 lungo la Val Venosta; da qui partono le strade per le vallate.
In treno: sempre da Bolzano fino a Merano. Da qui le località sono servite da linee da autotrasporti.

Versante Trentino:
In auto: da Trento con l'autostrada A22 utilizzando l'uscita di San Michele all'Adige-Mezzocorona, percorrendo la SS n. 43 verso Cles e poi la SS n. 42 lungo la Valle di Sole, verso il Passo del Tonale, da cui si staccano le strade per le Valli di Rabbi e di Peio.
In treno: da Trento a Malè con la ferrovia elettrica e poi con le autolinee per le valli del parco.
La Fruizione del Parco
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Istituito nel 1935, il Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei 5 cosiddetti parchi storici, si è distinto nell'azione di promozione dell'area e di predisposizione di strutture, con particolare riferimento al tema della fruibilità ampliata.
Su 20 tra sedi, case del parco, centri visita, aree faunistiche ecc., 15 sono infatti fruibili da persone con deficit motori o sensoriali, alle quali va aggiunto un sentiero naturalistico. Il Comitato di Gestione per la Provincia di Trento ha altresì curato l'allestimento di un bus navetta che collega dal parcheggio Ramoni la località Coler con la Malga di Stablasolo nella Val di Saènt (Comune di Rabbi), abilitato al trasporto di persone con deficit motori. Ricordiamo inoltre la presenza di 36 aree di sosta fruibili in provincia di Bolzano. Informazioni dettagliate nel merito sono riportate nel seguente prospetto e nella sezione "itinerari" (Dati Consorzio del Parco, 2005).
Tabella Dati sulla Fruibilita' del Parco
Nome Struttura Tipologia Telefono Indirizzo/Località
Accessibilità/ Visitabilità
 (art. 2 DM LL.PP.  n. 236/89)
CENTRO VISITATORI DI RABBI Centro Visita 0463/985190 Loc. Rabbi Fonti, 38020, Rabbi (TN)
SI
CASA DEL PARCO (Foresteria) Casa del Parco 0463/985190 Loc. Rabbi Fonti, 38020 Rabbi (TN)
SI
CENTRO VISITATORI DI PEIO Centro Visita 0463/754186 Via Roma 28, 38024, Cogolo (TN)
SI

UFFICIO PERIFERICO
COGOLO DI PEIO 

Ufficio di Zona 0463/746121 Via Roma 65, 38024, Cogolo di Peio (TN) 
SI
AREA FAUNISTICA DI PEIO Area Faunistica 0463/743305 Loc. Runcal, 38020, Peio (TN)
SI
AREA PIC-NIC PRADACCI Area di Sosta   Val del Monte, 38020 Peio (TN)
SI
SEGHERIA VENEZIANA "BRAGHJE" Centro Visita 0463/985190 Loc. Rabbi Fonti, 38020 Rabbi (TN)
SI
NATURATRAFOI Centro Visita   0473/745027Trafori, 39020, Stelvio (BZ)
SI
AQUAPRAD Centro Visita   0473/618212Via Croce, 39026, Prato allo Stelvio (BZ)
SI
CULTURAMARTELL Centro Visita 0473/745027 Centro Sportivo Trattla, 39020, Martello (BZ)
SI
FRAGGES Area Faunistica   Masi di Fragges, 39020, Stelvio (BZ)
NO
LAHNER SAGECentro Visita  0473/798123Lahner Sage, 64, 39010, S. Gertrude (BZ)
SI
CENTRO FAUNISTICO "SCIANNO" Area Faunistica   Via Plomp, 23038, Valdidentro (SO)
SI
GIARDINO BOTANICO "REZIA" Orto Botanico 0342/927370 Via Sertorelli, 23032, Bormio (SO)
NO
PUNTO INFORMAZIONI BORMIO Centro Visita 0342/901654 Via Roma 26, 23032, Bormio (SO)
SI
PUNTO INFORMAZIONI PONTE DI LEGNO Centro Visita 0364/900721 P.le Europa, 25056, Ponte di Legno (BS)
SI
UFFICIO PERIFERICO Ufficio di Zona 0342/911448 Via De Simoni 42, 23032, Bormio (SO)
NO
EX SCUOLE FUMERO Foresteria   Fumero, 23035, Sondalo (SO)
NO
RIFUGIO PRAVASIVO Foresteria   Pravasivo, 23032, Bormio (SO)
NO
RIFUGIO S. CATERINA Foresteria   S. Caterina Valfurva, 23030, Valfurva (SO)
NO

Itinerari
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Si può avere una prima idea dell'estensione e della bellezza del parco, percorrendo in automobile l'anello stradale che gira attorno al Gruppo dell'Ortles-Cevedale ed attraversa i passi dello Stelvio, delle Palade, del Tonale e del Gavia: si potranno così osservare i diversi ambienti naturali, le valli profondamente incise, le verdi distese di boschi, le cime rocciose. Naturalmente il modo migliore per conoscere lo Stelvio è dato dalle escursioni a piedi: ci sono centinaia di sentieri accuratamente tracciati e provvisti di segnaletica (classiche sono le escursioni in Val Zebrù, in Val Martello o in Valle di Rabbi). Numerose sono le aree di sosta attrezzate. Per tutte le informazioni si consiglia di far riferimento ai punti informativi e centri visita sopra riportati, che organizzano visite guidate ed attività didattiche per giovani ed adulti, oppure agli uffici amministrativi del parco.
Si segnalano inoltre i seguenti sentieri e/o i percorsi fruibili da parte di persone con deficit motori o sensoriali:
Tabella degli Itinerari del Parco
Denominazione sentiero
Località di partenza
Comune Località di arrivo Comune
Durata media percorso
Lunghezza percorso (m)
Manutenzione periodica (si/no)
SEGHERIA BèGOI - CASCATA RAGAIOLO Plan Rabbi (TN)Plan Rabbi (TN)
2 h
3.000
SI
SENTIERO ZUFRITT Gasthof zum See-Albergo al lago Martello (BZ)Staudamm Zufritt-Diga Gioveretto Martello (BZ)
1h 30 min
2.600
SI

L'Ambiente del Parco
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Stambecchi  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Stambecchi
L'unità gestionale e amministrativa del parco, la cui nascita risale al 1935, è stata riorganizzata sulla base del modello consorziale previsto dal D.P.R. n. 279 del 1974, che prevede tre Comitati di Gestione (uno per ogni settore del parco: altoatesino, lombardo e trentino), ai quali spetta la gestione ordinaria e straordinaria sulla base delle direttive impartite dal Consiglio Direttivo. Da ricordare l'ampliamento del 1977, che ha portato il parco a confinare, divenendo una delle più vaste aree protette dell'Europa centro-meridionale, con il Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina. Il territorio, in prevalenza montuoso, comprende il massiccio dell'Ortles-Cevedale, nelle Alpi Retiche, e la catena del Monte Cavallaccio fino a ridosso del confine svizzero, a cavallo tra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige. Il glacialismo è il fenomeno prevalente di modellamento del territorio. I ghiacciai ricoprono un decimo circa dell'intera superficie del parco e più di cento sono quelli perenni: il più importante è il ghiacciaio di Forni che con i suoi 1.300 ettari è uno dei maggiori ghiacciai di tipo vallivo confluente di tutto l'arco alpino. Il territorio è ricco di corsi d'acqua e di specchi lacustri. Questi ultimi sono presenti sia come entità singole che riuniti in gruppi. Geologicamente il territorio del parco comprende due grandi formazioni rocciose: rocce metamorfiche e rocce sedimentarie calcareo - dolomitiche di origine organica. Alcuni piccoli affioramenti di rocce ignee si osservano al contatto fra le due formazioni precedenti.
Flora e Fauna
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Gentiana clusii  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Gentiana clusii
La vegetazione del parco si presenta assai ricca e varia: circa 1.400 sono le specie floristiche riconosciute. Tale varietà, oltre alle variazioni climatiche altitudinali (si passa dai 650 m della Val Venosta ai 3.905 m dell'Ortles), si deve alla diversa composizione mineralogica dei terreni. Un posto prevalente è occupato dalle foreste che si estendono per circa 35.000 ettari di superficie. Alle quote più basse si incontra la foresta di latifoglie, a cui subentra, estendendosi fino al limite altitudinale della vegetazione arborea, la foresta di conifere. è sicuramente questa l'associazione vegetale più caratteristica del parco: boschi di larice, di abete rosso, di cembro, unici per bellezza ed estensione. Con questi, anche se meno numerosi, l'abete bianco e il pino silvestre, mentre alle quote più elevate, compare il pino mugo che negli ambienti calcarei forma un manto continuo di arbusti e cespugli. Al limite della vegetazione arborea, si incontrano i cespuglieti di rododendro e mirtillo. Tra i fiori, alcuni rari, altri endemici, si ricorda la stella alpina, il giallo e compatto botton d'oro, la nigritella, il giglio martagone, la trientale stellata, specie relitta di ambiente glaciale, l'eritrichio, le specie endemiche come la primula di Val Daone e la sassifraga di Vandelli, le rare androsacea alpina e clematide alpina, la linnea boreale, il camedrio alpino e il ranuncolo dei ghiacciai, forse la specie più adattata a vivere alle notevoli altitudini, la genziana di Koch e quella di Clusius.

Il parco ospita una numero elevato di specie di fauna selvatica. Sono presenti le quattro specie di ungulati autoctoni, tipiche degli ambienti montani e alpini. Lo stambecco, concentrato al momento soprattutto sul versante lombardo, è stato reintrodotto nel parco negli anni 1967-68 attraverso il rilascio di 29 individui, provenienti dalla Svizzera e dal Parco Nazionale del Gran Paradiso. Attualmente la popolazione si è assestata oltre gli 800 esemplari. Il camoscio non è mai scomparso dai territori del parco, che possiedono una elevata idoneità per questa specie. Attualmente sono presenti oltre 5.000 individui, distribuiti in modo sufficientemente omogeneo sull'intero territorio e con densità locali, tra le Valli di Peio, Rabbi e Martello, tra le più alte dell'arco alpino italiano. La ricolonizzazione delle Alpi italiane da parte del cervo è iniziata nei primi decenni del '900 nei territori dell'alta Val Venosta ai confini con l'Engadina. Il ruolo di protezione svolto dai territori del parco è risultato fondamentale per l'incremento delle popolazioni e attualmente nell'area protetta si registrano densità molto elevate. Il cervo è in grado di compiere spostamenti stagionali di notevole entità, tanto da rendere la sua presenza nel parco decisamente inferiore durante l'inverno (circa 3.500 esemplari), rispetto all'estate (circa 5.000 esemplari). Il capriolo, tipico abitante delle zone boscate ricche di prati e radure, è uniformemente distribuito in tutto il parco, con densità variabili in relazione alla presenza del cervo e alle caratteristiche ambientali delle differenti zone. Numerose sono le marmotte, facilmente osservabili, mentre la presenza di specie tipiche dell'orizzonte alpino, quali la lepre bianca, l'arvicola delle nevi e il toporagno alpino, è più difficilmente percettibile. Tra i mustelidi si ricorda l'ermellino e la martora. Interessante e varia l'avifauna: l'aquila reale, simbolo del parco, presente in tutto il territorio del parco, la pernice bianca, il gallo forcello, la coturnice, il gallo cedrone e il francolino di monte. Le foreste sono abitate dal picchio nero, dal picchio rosso maggiore, dal picchio verde, dal picchio tridattilo e dal più raro picchio cenerino, mentre di notte, soprattutto nella seconda parte dell'inverno, si può ascoltare il richiamo del gufo reale, anche se sempre più raro. Lungo i corsi d'acqua si può incontrare il merlo acquaiolo, mentre tipici dell'ambiente montano sono il merlo dal collare, il culbianco, il sordone, il fringuello alpino, il codirosso spazzacamino. Specie molto rara è il picchio muraiolo, mentre sono più facili da osservare il corvo imperiale e il gracchio alpino. Tra i pesci, nelle acque fredde, ma limpide e profonde dei torrenti, vive il salmerino, specie relitta di ambiente glaciale di origine nordica. Molto comune la trota fario. Tra gli anfibi, nei laghetti alpini, fino ai 2.500 m, vive il tritone alpino, a quote più elevate, nelle zone umide, la salamandra nera o alpina. Presente nel parco il marasso, una delle quattro specie di vipere italiane, l'unica che riesce a vivere a così elevate altitudini. Sono ormai da tempo completamente scomparsi i grandi carnivori (lupo, lince e orso), che, in questi ultimi due decenni, stanno lentamente ritornando in modo naturale sulle Alpi italiane. Presenze occasionali della lince sono state recentemente segnalate nei territori limitrofi al parco. Da qualche anno, grazie ad un progetto internazionale di reintroduzione sulle Alpi, ha fatto la sua ricomparsa, anche nei cieli dello Stelvio, il gipeto o avvoltoio degli agnelli, che ha scelto l'aspro e selvaggio territorio del parco per effettuare le prime riproduzioni verificate nelle Alpi centrali.
Beni Culturali
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Le verdi valli e i folti boschi dello Stelvio conservano forse la testimonianza più preziosa della presenza di raffinate comunità preistoriche. Nei pressi del confine meridionale del parco, in Val Camonica, protetto dall'UNESCO che lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità, un sito eccezionale ospita le testimonianze della presenza nell'area dei misteriosi Camuni, con le splendide incisioni rupestri datate tra il 4000 e il 1000 a.C.. Le più importanti testimonianze architettoniche risalgono al Medioevo: le Torri di Fraele in prossimità di Bormio, fortificazioni con funzione di controllo delle vie di comunicazione dalla pianura padana all'Europa centrale, il già citato Castello di Coira a Sluderno, le Chiese di S. Benedetto a Malles e di S. Giovanni a Tubre, la Cripta dell'Abbazia di Monte Maria, le rovine del Castello Morter all'inizio della Val Martello. Le numerosissime testimonianze di architettura rurale sono di origine medievale e cinquecentesca. Tipici delle vallate trentine e altoatesine dello Stelvio sono i nuclei di masi, costruzioni in pietra e legno usate come abitazione, stalla e struttura agricola (che corrispondono a una precisa struttura economica e giuridica, il maso chiuso, che si è mantenuta fino ai nostri giorni). Significativi esempi si trovano in Val Trafoi, Val Venosta, Val Martello e Val d'Ultimo, con un rappresentativo gruppo di masi "Pils". Testimonianze degli usi delle comunità agricole e dell'uso delle risorse sono i forni per la calce, con esempi in Val Martello e a Prato dello Stelvio, ed un interessante sistema di canali di irrigazione in Val Venosta, tracciato per portare l'acqua ai masi e nei campi del fondo valle. Sul versante lombardo restano interessanti le fortificazioni della Prima Guerra Mondiale, alcune delle quali sono state di recente oggetto di restauro conservativo.
Artigianato e Prodotti Tipici
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Molteplici e diverse sono le attività artigianali presenti nel parco: la lavorazione del legno, caratteristica di tutte le zone alpine, è particolarmente fiorente nell'area altoatesina, dove esperti artigiani producono vere e proprie opere d'arte e oggetti d'uso comune e di arredamento. Per i prodotti tipici di gastronomia c'è l'imbarazzo della scelta: si va dai canederli del Trentino ai pizzoccheri della Valtellina, dallo speck e dagli strudel altoatesini alla bresaola valtellinese ed alle polente con funghi e selvaggina apprezzabili in tutto il territorio del parco.
Informazioni Turistiche
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• Ufficio Turistico Bormio (SO) - Tel. 0342/903300 Fax 0342/904696
• Informazioni Assistenza Turistica - Pontedilegno (BS) Tel. 0364/91122 Fax 0364/91949
• Azienda di Promozione Turistica Valli di Sole, Peio e Rabbi - Malè (TN) Tel. 0463/901280 Fax 0463/901563
• Associazione Turistica Val Venosta - Silandro (BZ) Tel. 0473/620480 Fax 0473/620481

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